LE VOCI DEL SILENZIO
XXIV Rassegna di Teatro delle Scuole 2011 - LODI

 Il peso della parola è il silenzio che essa contiene;
 il peso del silenzio è la parola che esso non ha più bisogno di dire.
 
Michel de Certeau, Mai senza l’altro

L’ i d e a     c h i a v e

“Silenzio in sala!”, “Fate silenzio!”, “Silenzio, prego!”  In teatro come a scuola o in un’assemblea…: vi sono eventi, situazioni e luoghi che hanno bisogno che le parole tacciano, che i rumori si spengano o che i bisbigli si soffochino. I silenzi preparano all’ascolto e alla visione. Vi sono immagini che non si colgono solo con gli occhi e vi sono parole che hanno necessità di  essere accolte e immaginate. Nell’uno e nell’altro caso il silenzio è il custode dell’attenzione e di un ascolto che non è esclusivamente un fenomeno acustico: è interiorizzazione, comprensione e pratica interpretativa. Soprattutto questo è il teatro: pratica di interpretazione che non può nascere se non vi è attenzione e ascolto.  Se tutti parlano, alzano la voce per farsi ascoltare nessuno ascolta e nel frastuono nulla può nascere che non sia un fatto casuale e disordinato. Il teatro, pratica d’attenzione e di ascolto, non è intessuto solo di parole: anche i gesti, le azioni, le posizioni dei corpi hanno bisogno di un orecchio interiore che sappia cogliere non solo le battute presenti in un copione ma soprattutto le emozioni che sgorgano dai corpi in tensione. Così dal teatro alla classe e dalla classe al teatro l’esercizio di brevi e intensi momenti di silenzio possono catturare storie nascoste là dove nelle ore del giorno, non importa se a scuola o nel tempo trascorso altrove, le pause, le interruzioni, gli attimi di meraviglia, improvvise emozioni fanno cadere i suoni e le parole delle abitudini.

Ideazione  e coordinamento
Giacomo Camuri e Giannetta Musitelli, Laboratorio degli Archetipi